Sensi di colpa, questi conosciuti. Soprattutto da quando i social sono traboccanti di video e immagini di ragazze sempre più giovani, sempre più in forma, sempre più glamour, e a mio parere sempre più finte.
Sembra che ci sia un tutorial per ogni cosa: come fare ginnastica, come definire il corpo con la sfida del Pilates, come fare il digiuno intermittente, come trasformare il viso con il contouring. Potrei elencarne a decine. Alcuni, lo ammetto, mi piacciono e mi hanno anche svoltato la vita. Quando ho scoperto che potevo chiudere da sola un bracciale troppo stretto con una forcina per capelli, mi sono sentita onnipotente, roba che MacGyver scansati proprio.
Ma, come in tutte le cose, c’è il lato oscuro: per esempio quando vedo una venticinquenne usare il suo viso liscio e compatto per insegnarmi a truccare la palpebra cadente o a minimizzare le zampe di gallina, da qualche parte un’estetista muore. Così è vincere facile. Non vale.
Ipnotizzate da questo continuo scrolling, un video dopo l’altro il nostro cervello può andare in pappa. Ci vuole un attimo a farci sentire in colpa. In colpa per cosa? Ma per non aver aderito alla sfida del Pilates, mentre l’unica sfida che abbiamo affrontato è stata far rientrare i jeans dell’anno scorso, per non aver fatto colazione con il porridge al gusto cioccolato e panna -che di cioccolato e panna ha solo il colore- e invece abbiamo fatto colazione al bar, con croissant alla Nutella. Salvo poi sentirci già in colpa al terzo boccone, con le briciole che ci entrano anche nel reggiseno e la goduria nutellosa che ci fa rizzare i peli sul collo.
Vediamo mani curate, unghie decorate neanche fossero tele di Rembrandt, location pazzesche per le vacanze, che di pazzesco avevano la giusta inquadratura e orario delle riprese, vediamo case perfette, armadi ordinati, cucine immacolate.
Quanto c’è di vero in tutto questo? Quanto, questo continuo bombardamento di bellezza e perfezione, può trasformarsi in ansia da prestazione e senso di colpa per non essere così? Si sa, noi umani abbiamo il bisogno atavico di essere come gli altri, per sentirci accettati, considerati, parte del gruppo.
La risposta può essere qui: lasciarsi ispirare senza lasciarsi schiacciare. Smettiamo di seguire chi offre contenuti vuoti, fini a se stessi, che non aggiungono valore alla nostra vita. Seguiamo persone che ci fanno ridere, che ci fanno scoprire cose nuove, che ci lasciano qualcosa di piacevole. Prendiamo tutto questo come una grande vetrina e scegliamo solo quello che fa per noi. Sensi di colpa? Addio!
PS: io sto ancora cercando un tutorial reale su come applicare l’eye liner sulla palpebra caduta, chi ne ha uno me lo giri, grazie!
